Reddito di cittadinanza 2019: “Si parte da aprile”

I due pilastri della manovra economica, reddito di cittadinanza e quota 100, non partiranno dal mese di gennaio 2019. Ci sarà da attendere un po’ di più. Il reddito di cittadinanza e le nuove pensioni post Fornero inizieranno ad essere erogati in primavera, non prima di inizio aprile e quindi a ridosso delle elezioni europee. Lo conferma il capogruppo del M5S in Senato, Stefano Patuanelli, ha anticipato che oltre al reddito di cittadinanza anche l’intervento sulle pensioni subirà uno slittamento rispetto alle iniziali ipotesi. “Ritengo che in primavera possano partire sia la riforma della Fornero che il reddito di cittadinanza” ha detto. “Pensiamo che ci vorranno tre mesi per la questione dei centri per l’impiego, forse un mese in più. La nostra intenzione – ha concluso – è cercare di partire con il reddito di cittadinanze e quota 100 dopo il primo trimestre”.

Il ministro degli affari europei, Paolo Savona, in Aula alla Camera in sede di replica sulla Nadef, ha detto: le due misure entreranno a regime “con gradualità e io ringrazio la coalizione di cui faccio parte perché questa gradualità è stata accettata” per poter “conseguire una significativa riduzione del rapporto debito-Pil nel prossimo triennio”. E a Boeri che ha lanciato l’allarme sul sistema previdenziale a rischio perchè non basteranno “due giovani neo assunti per pagare la pensione di uno che esce”, Savona ostenta sicurezza e risponde che con il reddito di cittadinanza e la riforma della legge Fornero si creerà lavoro e che “le affermazioni del presidente dell’Inps sono al lordo di tutte le operazioni” che entreranno in manovra. “Per quanto mi risulta – è la chiosa – lo Stato dai pensionati incassa circa 50 miliardi che è una somma superiore a quella che lo Stato dà per consentire lo sbilancio, e si parla sempre di sbilancio ma i pensionati si autofinanziano”.

Se per il reddito di cittadinanza l’avvio a primavera inoltrata era scontato, impossibile pensare di organizzare il tutto in pochi mesi, mentre sul fronte del superamento della Fornero, si è sempre parlato di operatività dal prossimo primo gennaio. La platea interessata è di circa 400mila lavoratori che avrebbero i requisiti per il pensionamento con quota 100 (almeno 62 anni di età e 38 anni di contribuzione). Al momento il governo non rivela ulteriori dettagli ma Claudio Borghi, presidente della commissione Bilancio della Camera, definisce “possibile” la reintroduzione delle finestre per l’uscita dal lavoro che partirebbe dunque dopo il primo trimestre.

Di fatto la gradualità o lo slittamento non potranno che avere riflessi anche sulle grandezze economiche della manovra. Per reddito di cittadinanza e previdenza la nota di aggiornamento al Def indica un onere di 16 miliardi di euro per il 2019. L’avvio dopo il primo trimestre potrebbe significare una spesa ridotta di almeno 4 miliardi per l’anno prossimo.

Reddito di cittadinanza 2019

A chi spetterà il reddito di cittadinanza? La platea di potenziali destinatari è stimata intorno ai 6,5 milioni di italiani che vivono al di sotto della soglia di povertà, secondo i calcoli dell’Istat. Ha diritto al reddito di cittadinanza chi è senza lavoro o vive in uno stato di indigenza. Il governo ha però fissato alcuni paletti per quanto riguarda i requisiti:

  • essere cittadini italiani
  • aver compiuto almeno 18 anni
  • essere disoccupati o percepire un reddito inferiore alla soglia di povertà Istat.

Non è tutto. Per ottenere il reddito di cittadinanza poi bisogna rispettare alcune regole:

  • iscrizione a un centro per l’impiego
  • partecipazione a progetti di utilità sociale organizzati dal Comune di residenza per un massimo di 8 ore settimanali
  • accettare uno dei primi tre lavori offerti dal centro per l’impiego, pena l’esclusione dal sussidio.

Come viene calcolato l’importo del reddito di cittadinanza? L’importo è legato al reddito Isee. Potrà essere percepito da due persone della stessa famiglia.  Il reddito di cittadinanza vale anche per i proprietari di casa, ma con dei limiti. Bisogna essere infatti privi di reddito e chi risulta intestatario di una casa dovrebbe vedersi scalato il cosiddetto “affitto imputato”, ovvero “l’equivalente dell’affitto” calcolato in base ai prezzi di mercato, come ha spiegato il vicepremier Luigi Di Maio. La cifra scalata sarebbe di “circa 400 euro”.

L’importo del contributo è stato fissato a 780 euro mensili ma non si tratta di una cifra fissa. Infatti il reddito di cittadinanza può variare a seconda dei componenti del nucleo familiare.