False partite Iva: ecco quando scatta l’assunzione

Le partite Iva sono sempre di più, lo dicono i numeri. Basti pensare che a novembre 2014 sono aumentate del 15 per cento. La verà novità delle ultime settimane tuttavia è che è salita di livello la “guerra” (si fa per dire) alle false partite Iva, quelle che vengono aperte nonostante ci sia un rapporto di lavoro di tipo subordinato. La corsa ad aprire le partite Iva si spiega con un motivo molto semplice. Chi ha aperto una partita Iva entro il 31 dicembre 2014 può ancora godere del vecchio regime agevolato (tassazione al 5 per cento fino ai 30 mila euro di ricavi). Infatti chi apre partita Iva da quest’anno dovrà suo malgrado subire una tassazione triplicata: si passa dal 5 per cento al 15 per cento, con la conseguente articolazione delle fasce di reddito da 15 a 40 mila euro. Così, contestualmente alle nuove norme per coloro che aprono partita Iva, voci insistenti dicono che si sia intensificato il lavoro dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps per contrastare le false partite Iva.

Una cosa ormai è ben chiara a tutti: saranno soprattutto tre gli indicatori che smaschereranno le false partite Iva, quelle che nascondo un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato. Tre indicatori, ma basterà che ve ne siano due contemporaneamente. Ecco quali sono i tre indicatori delle false partite Iva: la presenza di una postazione di lavoro fissa nella sede del committente; la soglia dell’80% dei corrispettivi annui dovuti alla collaborazione nell’arco di due anni consecutivi; la durata della collaborazione non superiore agli 8 mesi annui per due anni consecutivi. La presunzione di subordinazione si applica ai titolari di partita Iva privi di ordine o elenco. Come funzioneranno i controlli? Cosa succederà dopo i controlli? Gli ispettori, al termine del monitoraggio, non ci andranno giù leggeri: infatti potranno automaticamente stabilire la trasformazione del contratto in collaborazione coordinata e continuativa o anche in contratto a tempo indeterminato in determinati casi.

Dove si concentreranno i controlli sulle false partite Iva? Al momento averne certezza non è possibile. I controlli però molto probabilmente partiranno da datori di lavoro e aziende che ricorrono a Partite Iva svolgendo attività in regime di mono-committenza. L’obiettivo è contrastare le consulenze fittizie in azienda. Non è di poco conto il cambiamento che c’è stato dal 1 gennaio 2015 in poi a proposito della false partite Iva. Infatti fino al 2014 la verifica di presunzione era inapplicabile, dal momento che era necessario un arco temporale di almeno due anni, invece dal 2015 i controlli possono tranquillamente prendere il via.

Ricapitoliamo quindi: quali sono i tre indicatori delle false partite Iva che senza ombra di dubbio potrebbero portare direttamente all’assunzione (basta che ce ne siano due contemporaneamente)?
1) Avere una postazione fissa di lavoro presso la sede del “cliente”.
2) Una percentuale dell’80% dei corrispettivi annui, per almeno due anni consecutivi, dovuta alla collaborazione con il committente;
3) Durata della collaborazione che, per due anni consecutivi, non deve superare gli 8 mesi annui.

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