Commercio e turismo, 60mila giovani imprenditori hanno perso l’attività

In meno di 36 mesi, meno di 3 anni, hanno perso l’attivita’ piu’ di 60mila giovani imprenditori del commercio e del turismo. Proprio i due settori che nell’Italia in crisi sembravano meglio reggere e assorbire il colpo, non riescono più a tenere il passo di questa lunghissima crisi occupazionale, pur offrendo ancora qualche opportunita’: i giovani continuano a improvvisarsi imprenditori per mancanza di occupazione, ma il mercato e’ difficilissimo e con l’arrivo dell’aumento dell’aliquota IVA le cessazioni sono destinate ad aumentare.

Con queste dure parole Confesercenti commenta i dati sulla disoccupazione giovanile diffusi da Istat. ”Secondo le rilevazioni del nostro Osservatorio sul commercio e sul turismo – dice Confesercenti – da gennaio 2011 a giugno 2013 ci sono state 61.276 cessazioni di imprese guidate da under 35, pari al 15% del totale. Nello stesso periodo, pero’, i giovani hanno continuato a fare impresa: circa 4 su 10 delle nuove iscrizioni di imprese sono da attribuire ad un under 35. Ma non ci si deve illudere: il mercato interno e’ debolissimo, l’aumento dell’IVA lo rendera’ ancora piu’ asfittico e l’aumento della pressione concorrenziale, dovuta anche all’eccesso di liberalizzazioni degli orari e delle aperture, ha accorciato notevolmente la vita delle imprese: nello stesso periodo, tra il 2011 e giugno 2013, hanno chiuso il 32,4% delle nuove imprese del commercio e il 41,3% del turismo. Un dato estremamente allarmante, soprattutto se si considera che, fino a pochi anni fa, la vita media delle attivita’ nei due settori era di 14 anni”.

Secondo Confesercenti ”occorre un intervento urgente per sostenere l’imprenditoria degli under 35, o rischiamo, con lo spettro di una disoccupazione giovanile in crescita anche il prossimo anno, una situazione insostenibile”.